Cosa minaccia davvero le relazioni?
Una relazione che fallisce o che si danneggia profondamente può essere destabilizzante, tanto più se si tratta di una relazione importante. La natura umana è relazionale: meglio funzionano le relazioni, migliore è la qualità della nostra vita. Per questo motivo, separazioni, abbandoni e conflitti non sono solo esperienze dolorose, ma spesso vissute come vere e proprie minacce al nostro equilibrio.
La rottura di una relazione è quasi sempre l’ultimo capitolo di una lunga storia fatta di episodi che hanno generato disagio e sofferenza. A volte questa dinamica porta la relazione a spegnersi lentamente; altre volte, invece, si entra in una spirale negativa che innesca veri e propri conflitti distruttivi. In ogni caso, c’è sempre un momento in cui “qualcosa cambia”: l’inizio della fine spesso arriva ben prima della fine stessa.
Il “viraggio”: quando l’altro diventa il problema
Secondo il modello della Comunicazione Affettiva, ciò che minaccia le relazioni non è la gravità di un problema, ma ciò che quel problema provoca nella percezione dell’interlocutore. Fintanto che l’attenzione rimane sul problema, anche se doloroso, la relazione può reggere e persino rafforzarsi. Ma quando il disagio raggiunge una certa intensità, accade un fenomeno spesso inconsapevole: il “viraggio”.
Il viraggio è quel momento in cui il problema smette di essere il problema, e il problema diventa l’altro. La nostra percezione dell’interlocutore cambia e, di conseguenza, cambia il nostro paradigma relazionale. È questo passaggio, molto più dei problemi in sé, a minacciare davvero la relazione.
I quattro paradigmi comunicativi
Nel modello della Comunicazione Affettiva esistono quattro paradigmi comunicativi principali, che derivano dalla percezione profonda che abbiamo dell’interlocutore:
- Paradigma di Riconoscimento. Quando vediamo l’altro come un “nostro simile”, degno di valore e di rispetto, ci muoviamo in un paradigma di riconoscimento. La comunicazione è aperta, collaborativa, empatica. Anche di fronte a problemi complessi, l’altro viene percepito come alleato.
- Paradigma di Ostilità. Nasce dalla percezione dell’altro come “un nemico” o una minaccia. La comunicazione che ne deriva è difensiva, aggressiva, orientata al controllo o alla sottomissione. L’obiettivo implicito è neutralizzare la minaccia, vincere la competizione, affermare il proprio potere.
- Paradigma di Manipolazione. Nasce dalla percezione dell’altro come “uno strumento” o “un mezzo” per i propri fini. La comunicazione è seduttiva, ingannevole, finalizzata a ottenere vantaggi personali. L’altro non è riconosciuto nella sua autonomia e dignità, ma valutato in base alla sua utilità.
- Paradigma di Disprezzo. Nasce dalla percezione dell’altro come “un errore” o come “sbagliato”. La comunicazione è critica, svalutante, correttiva. L’altro viene continuamente misurato rispetto a standard di perfezione, e inevitabilmente trovato manchevole.
Dal paradigma dipende la qualità della relazione
Quando accade il viraggio, la percezione dell’altro passa dal riconoscimento reciproco all’ostilità, alla manipolazione o al giudizio negativo. Questo cambiamento modifica la nostra comunicazione, il nostro atteggiamento e il clima relazionale. Più si scivola verso paradigmi negativi, più diventa difficile recuperare.
La vera prevenzione, quindi, sta nella consapevolezza. Dobbiamo imparare a monitorare non solo ciò che accade all’esterno, ma soprattutto il nostro stato interno: come stiamo percependo l’altro? In quale paradigma ci troviamo?
- Quando notiamo segnali di giudizio o svalutazione, fermiamoci: stiamo rischiando di spostare il problema dalla situazione alla persona.
- Allenarci a tornare al paradigma di riconoscimento è la chiave per disinnescare la spirale negativa.
- La Comunicazione Affettiva offre strumenti concreti per ristabilire un clima di sicurezza, apertura e collaborazione, anche nelle situazioni difficili.
Conclusione
Le relazioni non si rovinano per i problemi, ma perché cambia il modo in cui vediamo l’altro. Il viraggio è quel momento in cui la percezione muta e il paradigma relazionale diventa difensivo o svalutante. Essere consapevoli di questo meccanismo ci permette di fermarlo sul nascere.
Un conflitto, se gestito restando nel paradigma di riconoscimento, può diventare un’occasione di crescita e consolidamento della relazione. Al contrario, se lasciamo che il viraggio prenda il sopravvento, rischiamo di entrare in una spirale che porta all’allontanamento e, talvolta, alla rottura.
La vera sfida, dunque, non è eliminare i problemi, ma imparare a restare in una percezione dell’altro che ci permetta di costruire, anziché distruggere, le relazioni.